giovedì 22 marzo 2012

Quattro opere per Dracula

Le quattro opere sono “elaborazioni”, nel senso che la base di partenza sono fotografie in bianco e nero.  Esse   rappresentano lo spunto di partenza,  il “la” sul quale ho lavorato per realizzare il mio pensiero.
Sia subito chiaro: non disdegno la fotografia, né l’elaborazione della stessa. Potrei citare Andy Warhol o il più nostrano Mario Schifano come autori di molte ed interessantissime elaborazioni fotografiche, ma mi limito ad osservare che la tecnologia, in appoggio all’arte o alla scienza, non è uno scandalo:  anzi è  un impulso a liberare tutte le energie per finalizzarle alla creazione o alla scoperta.






Nella prima opera sono rappresentati Dracula e la sua vittima in maniera stilizzata dentro un paesaggio rimasto bianco e nero (fotografia sfumata). Il vestito bianco della donna cerca di rappresentare la drammaticità della scena accentuata dal rosso sangue delle bocche avvicinate.









La seconda rappresenta il vampiro da solo, con le braccia nel classico atteggiamento di chi sta per abbracciare mortalmente qualcuno. Le mani, le dita, le unghie rosse tutte tendono a caratterizzare un personaggio fantastico e un po’ inquietante.




Terza elaborazione: Dracula è ancora da solo, anziano, rugoso, con colori fantasiosi ed irreali come un personaggio da favola, ma non certo una favola piacevolmente fantastica.









Infine la quarta rappresentazione. Dracula sta succhiando il sangue ad una donna, ma lei, bella donna dalla pelle rosata, inguainata in un abito lungo e luccicante, non soffre affatto, anzi sembra provare piacere dal sanguinamento copioso del suo collo. Non si dibatte nelle braccia di Dracula, non cerca di difendersi, partecipa come se fosse un gioco erotico.






La tecnica che ho usato è quella di delineare le forme con colori chiamati “in rilievo” che vengono spremuti direttamente dal tubetto  sul supporto (cartaceo, in questo caso) e che conservano la lucentezza nel tempo. Talvolta, ma raramente, i colori sono stati spalmati per creare masse colorate; più spesso rappresentano linee pure che plasmano i soggetti.

P. F. Ramero


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